La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 6301/2024 del 13 febbraio 2024, ha ribadito l’importanza cruciale della formazione sulla sicurezza per la tutela dei lavoratori. La sentenza stabilisce che la formazione non è una mera raccomandazione, ma un obbligo inderogabile per i datori di lavoro, che deve essere erogata in modo conforme a precisi criteri:
- Specificità: La formazione deve essere mirata ai rischi e alle procedure specifiche delle mansioni che il lavoratore andrà a svolgere. Non è sufficiente un corso generico di sicurezza, ma è necessaria una formazione specifica che tenga conto dei pericoli concreti a cui il lavoratore è esposto.
- Qualifica dei formatori: La formazione deve essere erogata da formatori qualificati, in possesso delle competenze e dell’esperienza necessarie per trasmettere correttamente i contenuti. La mera trasmissione di nozioni da parte di colleghi più esperti, pur utile, non può sostituire la formazione strutturata e completa fornita da docenti abilitati.
- Tempestività: Il lavoratore deve ricevere la formazione prima di iniziare a svolgere la propria mansione. Non è accettabile adibire un lavoratore al suo compito e solo successivamente fornirgli la formazione necessaria.
La mancata formazione può avere gravi conseguenze
La sentenza 6301/2024 lo dimostra chiaramente: la Corte ha condannato l’amministratore unico e legale rappresentante di una società per la violazione dell’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008, a causa del mancato rispetto degli obblighi in materia di formazione. Un lavoratore interinale, addetto alla lettura dei contatori, aveva infatti subito un grave infortunio sul lavoro che, secondo la Corte, avrebbe potuto essere evitato se avesse ricevuto la formazione adeguata
La sentenza n. 6301/2024: la vicenda
Il contenzioso riguarda appunto l’infortunio di un lavoratore interinale, con mansioni di letturista di contatori, il quale ha subito gravi lesioni a seguito di un incidente sul lavoro.
La Corte condanna l’amministratore unico e legale rappresentante della società per la quale lavorava il dipendente, evidenziando la mancanza di una formazione specifica in materia di sicurezza sul lavoro, contravvenendo così all’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008.
Le accuse sono mosse contro l’amministratore unico e legale rappresentante della società presso la quale era assunto il lavoratore infortunato, includendo negligenza, imprudenza, imperizia e la violazione dell’articolo 2087 del codice civile “Tutela delle condizioni di lavoro” e delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro. Nello specifico, l’amministratore unico e legale rappresentante è accusato di non aver fornito una formazione sufficiente e adeguata al lavoratore in materia di salute e sicurezza, come previsto dall’articolo 37 “Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti” del D.Lgs. 81/08.
L’importanza della formazione in materia di salute e sicurezza è stata enfatizzata dalla Corte, la quale ha precisato che la formazione deve essere non solo generale ma anche specifica alle mansioni svolte, e che non può essere sostituita da semplici trasferimenti di conoscenze da parte di colleghi più esperti. Il caso esaminato ha mostrato che, nonostante il lavoratore fosse stato affiancato da un collega più esperto, questo non esonera il datore di lavoro dal suo dovere di fornire una formazione formale.
Fonte Sentenza della Corte di Cassazione n. 6301/2024 del 13 febbraio 2024
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